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Martí, José.

Rivoluzionario e scrittore cubano. Appartenente a una famiglia spagnola, nel 1869, a soli 16 anni, fu imprigionato per la sua attività politica e giornalistica, condotta sulle pagine della rivista satirica "El Diablo Cojuelo", da lui stesso fondata. Processato nel 1870, fu condannato a sei anni di lavori forzati, ma alcuni mesi più tardi la pena gli fu commutata nella deportazione in Spagna. Studiò a Saragozza e a Madrid, laureandosi nel 1874 in Filosofia, Lettere e Legge. Nel 1875 si trasferì in Messico dove lavorò come giornalista e fu successivamente in Guatemala. Ritornato a Cuba nel 1878, fu di nuovo esiliato in Spagna, per aver pubblicato opuscoli che denunciavano il sistema carcerario e attaccavano il Governo spagnolo per non aver concesso l'indipendenza a Cuba. Nel 1880 si stabilì a New York dove si impegnò per dar vita a un movimento nazionalista tra gli esuli cubani. Nel 1890 costituì una lega da cui sorse due anni dopo il Partito rivoluzionario cubano, che stabilì stretti rapporti con nazionalisti portoricani. Nei tre anni successivi, in collaborazione col generale Máximo Gómez, preparò attivamente la rivolta e nel 1895 pubblicò un manifesto che incitava il popolo cubano alle armi. Sbarcò a Cuba in aprile e fu ucciso in uno scontro armato, lasciando a Gómez il compito di continuare la campagna rivoluzionaria, conclusasi poi con la sottomissione di Cuba agli Stati Uniti. Massimo teorico del movimento rivoluzionario cubano, pur non enunciando una dottrina specificamente socialista, si fece assertore di un nazionalismo radicale, basato sul concetto di eguaglianza razziale e sociale che lo ricollega agli sviluppi successivi del Socialismo e del Comunismo nell'America Latina. Riconobbe la necessità di fondare un movimento rivoluzionario soprattutto nelle classi lavoratrici e in particolare tra i lavoratori delle piantagioni, rifiutando decisamente il programma degli autonomisti che intendevano liberare l'isola dal colonialismo spagnolo accettando il protettorato degli Stati Uniti. Fu tenacissimo oppositore del colonialismo e scrisse contro il capitalismo statunitense, soprattutto nei suoi aspetti imperialistici. In quanto scrittore, si tenne sempre aggiornato sulle esperienze letterarie in corso in Nord America e in Europa e compose liriche semplici in apparenza, ma dense di significati e sperimentali nella forma, tanto che può essere considerato uno dei fondatori del Modernismo ispano-americano. Tra le sue opere ricordiamo: La repubblica spagnola prima della rivoluzione cubana (1873), il romanzo Amicizia funesta (1885), le poesie Piccolo Ismaele (1882) e Versi semplici (1891) (L'Avana 1853 - Dos Rìos 1895).